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LA PEREQUAZIONE DELLE PENSIONI: SVOLTA STORICA NELLA TUTELA DEI DIRITTI PREVIDENZIALI

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La recente pronuncia della Corte costituzionale del 29 gennaio 2025 segna un momento storico nella tutela dei diritti previdenziali in Italia, stabilendo il ripristino integrale della perequazione automatica delle pensioni a partire dal 2024. Questa decisione rappresenta il culmine di un lungo percorso giurisprudenziale che ha visto la progressiva affermazione del diritto dei pensionati a vedere adeguati i propri trattamenti al costo della vita.  Il principio della perequazione automatica trova il suo fondamento costituzionale nell’art. 36 della Costituzione, che sancisce il diritto a una retribuzione proporzionata e sufficiente a garantire un’esistenza dignitosa. Come evidenziato dalla sentenza della Corte costituzionale n.70 del 2015, questo principio si estende necessariamente anche ai trattamenti pensionistici, configurandosi come strumento essenziale per preservare il potere d’acquisto delle  prestazioni previdenziali nel tempo La decisione del 2025 si inserisce in un contesto giurisprudenziale già delineato dalla sentenza n. 234 del 2020, che aveva qualificato la perequazione come strumento tecnico fondamentale per garantire l’adeguatezza delle prestazioni previdenziali prevista dalla Costituzione. La Corte ha ora ribadito che eventuali limitazioni al meccanismo perequativo, anche se motivate da esigenze di bilancio, non possono compromettere il diritto fondamentale dei pensionati a mantenere un tenore di vita dignitoso.La sentenza n.250 del 2017 aveva già evidenziato come la discrezionalità del legislatore in materia di perequazione dovesse essere esercitata nel rispetto dei principi di ragionevolezza e proporzionalità. La nuova pronuncia del 2025 rafforza ulteriormente questa interpretazione, stabilendo che l’adeguamento delle pensioni all’inflazione deve essere garantito in modo pieno e senza riduzioni.
L’impatto di questa decisione è destinato a essere significativo sia sul piano sociale che su quello economico. Il ripristino della perequazione integrale rappresenta infatti una importante vittoria per i pensionati italiani, garantendo loro una maggiore tutela contro la perdita del potere d’acquisto delle pensioni. Al contempo, la decisione pone nuove sfide in termini di sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale, richiedendo un attento bilanciamento tra la tutela dei diritti dei pensionati e le esigenze di bilancio dello Stato.

La Corte ha così definitivamente affermato che la perequazione automatica non può essere considerata una variabile dipendente delle contingenze economiche, ma rappresenta un diritto fondamentale strettamente connesso alla tutela della dignità della persona e al principio di adeguatezza delle prestazioni previdenziali.

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