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Sentenza favorevole per le vittime del dovere riconoscendo l’aumento figurativo di dieci anni di contributi previdenziali, beneficio finora previsto solo per le vittime del terrorismo

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Il Tribunale di Roma, con la sentenza anno 2024, ha stabilito un importante precedente in materia di diritti previdenziali per i familiari delle vittime del dovere, riconoscendo loro il diritto all’aumento figurativo di dieci anni di contributi previdenziali, beneficio finora esplicitamente previsto solo per le vittime del terrorismo.

La decisione, emessa, ha accolto il ricorso di un orfano di un Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri, già riconosciuto come vittima del dovere, stabilendo che il beneficio contemplato dall’art. 3, comma 1 della legge n. 206/2004 deve essere esteso anche alle vittime del dovere e ai loro superstiti.
La sentenza si fonda su un’interpretazione evolutiva della normativa, partendo dalla legge n. 266/2005 (art. 1 co. 562) che ha previsto l’estensione alle “vittime del dovere” dei benefici già riconosciuti alle “vittime del terrorismo”. Il Tribunale ha evidenziato come questa disposizione, insieme al DPR n. 243/2006, abbia creato un sistema normativo orientato alla progressiva equiparazione tra le due categorie di vittime.
Di particolare rilevanza è il richiamo alla giurisprudenza della Cassazione (SS.UU. n. 7761/2017) che, pur riconoscendo la possibilità di un regime differenziato tra le categorie, ha affermato la necessità di una parità di trattamento per determinati benefici, in conformità al principio di razionalità-equità sancito dall’art. 3 della Costituzione.
Il Tribunale ha quindi condannato l’amministrazione competente a riconoscere al ricorrente l’aumento figurativo di dieci anni di versamenti contributivi, utili ad incrementare l’anzianità pensionistica maturata, la misura della pensione e il trattamento di fine rapporto o altro trattamento equipollente.
Questa pronuncia rappresenta un significativo passo avanti nel processo di equiparazione dei diritti tra le diverse categorie di vittime, confermando l’orientamento già espresso da diversi tribunali di merito (come Padova, Vicenza, Napoli Nord e Cassino) e contribuendo a consolidare un’interpretazione della normativa più favorevole ai diritti dei familiari delle vittime del dovere.
La sentenza si inserisce nel solco di quella giurisprudenza che, superando le distinzioni formali tra categorie di vittime, mira a garantire una tutela uniforme e adeguata a tutti coloro che hanno subito perdite nell’adempimento del dovere, realizzando così quella progressiva estensione dei benefici auspicata dal legislatore con la legge n. 266/2005.

 

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