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É morto il Maresciallo dei Carabinieri che si è sparato nell’ufficio del Capitano. “L’Arma si deve aprire non rinchiudere in silenzi”

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É morto il Maresciallo dei Carabinieri che si è sparato nell’ufficio del Capitano. “L’Arma si deve aprire non rinchiudere in silenzi”

Il Maresciallo Luca Cogoni giunto in ospedale in in condizioni gravissime è spirato questa mattina. Nel silenzio dei media, continua la strage silenziosa degli appartenenti alle Forze di Polizia, numeri che stracciano ogni statistica e che dovrebbero far capire che il problema non è solo di natura familiare o economico, è un malessere più profondo e inascoltato.

I numeri parlano, purtroppo, chiaro: la media dei suicidi della popolazione è di circa 5 casi ogni centomila abitanti, mentre per le Forze dell’Ordine il dato raddoppia arrivando a 9,8 casi ogni centomila appartenenti. Nessun giornale ha rilanciato la notizia, eppure la gravità del fatto è eclatante per un piccolo comune come Clusone, una notizia che ha fatto immediatamente il giro delle chat e dei forum ed è stata riportata da Infodifesa.it e da altri siti web, ma nessun cenno dalle Istituzioni e testate locali.

Il Siulm, sindacato unitario lavoratori militari, all’indomani di quanto accaduto al Maresciallo Cogoni ha scritto una lettera al comandante dell’Arma dei Carabinieri, il generale Giovanni Nistri della quale vi riportiamo alcuni passaggi.

“Ci rivolgiamo a Lei dopo l’ennesima notizia di un suicidio di un Carabiniere. Il dolore, il turbamento, la commozione e la preoccupazione per quanto accaduto è grande, anche pensando ai familiari, alla figlia, ai colleghi tutti.

Non ci sono comunicazioni ufficiali, nessun organo di informazione nazionale o sito nazionale, come ormai purtroppo accade da tempo, lo riporta. Come se questi fatti e il tema suicidi siano da mettere sotto il classico tappeto che ormai assume forma non più tale.

Crediamo che il silenzio non aiuti a risolvere i problemi del personale e non si possono affidare a commenti su WhatsApp, o poche parole di circostanza su alcune pagine, casi come quello accaduti ieri a Clusone.

Corrisponde al vero che il M.llo si è sparato davanti al suo comandante? Avevano avuto un colloquio prima del fatto? Su cosa? Corrisponde al vero che sia in ospedale e quali sono le sue condizioni ? si farà un inchiesta per capire come si possa giungere a questi atti che negli ultimi tempi hanno frequenze per noi inaccettabili ? Che tipo di attività ha svolto o quali problemi aveva , se ne aveva, il M.llo ?

Riteniamo che quando accadono casi del genere a Carabinieri, servitori dello Stato, in luoghi dello Stato dove si opera e si vive, questi luoghi si devono “aprire” e non rinchiudere ancor più in silenzi. Capiamo perfettamente che sono casi drammatici e non facili da affrontare ma crediamo che vanno affrontati con propositi risolutivi ed un clima di vero confronto e collaborazione con i sindacati dei militari, composti da militari e carabinieri che possono dare, e secondo noi devono dare, il loro contributo.”

INFODIFESA

 

 

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